Memoria per distillare dalle esperienze il nettare di ciò che abbiamo imparato. Senza memoria non c’è avanzamento o crescita, perché è come resettare ogni volta la nostra vita al punto di partenza, senza mettere a frutto gli insegnamenti appresi.
Con la memoria rievochiamo le nostre vittorie più coraggiose e le nostre sconfitte più grandi, che hanno determinato vita e morte nei momenti più decisivi, fino a renderci conto che non ci sono vittorie o sconfitte, innocenti o colpevoli, solo la consapevolezza di avere vissuto una vita con un senso… o vivere senza senso.
Memoria per aiutarsi a non dimenticare, per sapere quando essere forti o deboli, amare o essere amati, agire o respirare senza muoversi. Ricordarsi che i nostri sbagli non si ripetono, perché sbagli non sono ma esplorazione del mondo che ci diede alla luce. Memoria che i successi ottenuti con sudore si possono ripetere ancora ed ancora, ogni volta che siamo disposti a sudare ancora.
Memoria diventa fede, quando cadi sette volte e ti rialzi otto, sopravvivendo.
Non importa che si tratti di una corona di cui rallegrarsi o di un virus a cui soccombere, impermanenti e di passaggio, non rimarrà che di noi il ricordo nella memoria delle persone che abbiamo amato. E se un giorno, quando io non sarò più, mio figlio alzerà anche solo una volta gli occhi al cielo, e sorriderà al ricordo di una delle mie tante pazzie, allora la vita avrà avuto senso, il mio senso.
Nel frattempo, in mezzo alle salite e discese della vita, non ci resta che… prendere un caffè.